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 L’arte del Karate, una disciplina nata a Okinawa, in Giappone, poiché la filosofia alla base di questa disciplina rispecchia molti principi della Psicologia e la sua pratica può essere un grande aiuto per bambini e adulti.

Karate significa mano vuota, poiché non si usano strumenti se non il proprio corpo, ma significa anche mente vuota, ovvero concentrarsi sulla situazione presente sospendendo i nostri pensieri. Questo concetto sembra accostarsi bene a ciò che oggi chiamiamo Mindfulness.

L’equilibrio tra corpo e mente

Un principio fondamentale riguarda l’idea che un pensiero e una strategia flessibile vincono su un pensiero rigido. L’obiettivo del Karate è quello di raggiungere un armonico equilibrio tra corpo e mente. Lo scopo principale, diversamente da quello che si può pensare, è quello di imparare a conoscere sé stessi, per poter allenare l’autocontrollo e poter reagire adattandosi alla situazione.

Come dicevano gli antichi maestri, Il karate è la via per migliorare il carattere e rafforzare lo spirito. Principi fondanti del Karate sono anche il rispetto e la gentilezza. Tutto ciò risulta molto formativo per i bambini che si avvicinano a questa disciplina.

Il valore formativo del Karate

Gli esercizi insegnano al bambino come sfruttare al meglio le potenzialità del proprio corpo e gli permettono di acquisire fiducia in se stesso grazie al continuo apprendimento. Il karate sfrutta le così dette Open skills, che riguardano la capacità di reagire velocemente e in modo flessibile alla situazione e ai cambiamenti.

Un bambino ha necessità di imparare a conoscersi, di percepire le varie parti del suo corpo. Attraverso il movimento nelle varie direzioni può cominciare a percepire gli elementi dello spazio che lo circonda e imparare ad orientarsi.

L’esecuzione dei kata, esercizi codificati di forma del Karate Tradizionale, che si sviluppano specularmente nelle varie direzioni impegnando in modo simmetrico tutto il corpo, costituiscono per il karateka bambino un divertente mezzo di conoscenza oltre che un corretto ed equilibrato esercizio fisico. La consapevolezza delle proprie risorse, l’accettazione dei propri limiti, la capacita di mettersi in gioco nell’affrontare le difficoltà, rappresentano obiettivi importanti.

La palestra diventa il luogo dove si apprende che affrontare il prossimo significa prima di tutto rispettarlo, comprenderlo, accettarlo. Non si tratta di attaccare l’altro o di dare sfogo all’aggressività, tutt’altro: un bambino impara a controllarsi e ad esprimersi in modo adeguato, ad affrontare piccole difficoltà, a conoscere sé stesso per poter poi conoscere gli altri, a vincere la timidezza o a frenare la propria esuberanza.

Il karate e la psicologia

Esistono quindi similitudini tra la terapia psicologica e alcuni principi della pratica marziale (per esempio il concetto di “mushin”, cioè uno stato in cui la mente non si fissa in particolar modo su qualcosa, ma rimane aperta e disponibile verso tutte le cose e riflette come farebbe uno specchio).

Gleser e Brown fanno notare che il concetto di “ju” (morbido), cioè il cedere per andare incontro e usare la forza dell’avversario contro l’avversario stesso, è un concetto che è stato inconsapevolmente applicato in terapia dinamica.

Secondo Seitz le arti marziali hanno molto da offrire alla terapia psicologica, particolarmente in termini di energia (chi o ki). Un’efficace gestione dell’energia è una dimensione importante. A ciò si aggiungono i concetti di distanza e di tempi.

La pratica favorisce l’integrazione corpo-mente, il rilassamento, l’attenzione, la comunicazione. La pratica del karate porta una diminuzione della rabbia e della sensazione di vulnerabilità agli attacchi. La pratica favorisce anche un incremento del senso di sicurezza, autostima autocontrollo. Inoltre i movimenti sono strettamente legati alla nostra conformazione e personalità.

Si consiglia di iniziare la pratica non prima dei 5 anni, quando il bambino impara la funzione delle varie parti del corpo e sviluppa le capacità coordinative, inizia a percepire destra e sinistra e acquisisce equilibrio e direzionalità. In questa fase il karate viene insegnato con un approccio ludico.

Quindi in conclusione possiamo dire che il Karate aiuta a conoscersi e migliorarsi, favorisce l’autostima e sviluppa capacità cognitive quali memoria, attenzione, flessibilità di pensiero. Sviluppa anche le capacità motorie come forza, velocità, coordinazione, propriocezione e aiuta a controllare le reazioni aggressive (Karate è difesa, non attacco). Sviluppa il rispetto per sé e gli altri.
Di  (Psicologa Clinica)

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